Corruzione: il Report Agenda Anticorruzione 2017

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Sul tema Corruzione il nuovo Report Agenda Anticorruzione 2017 di Trasparency International Italia delinea gli effetti della legge anticorruzione in Italia.

È stato presentato ieri a Roma il nuovo “Report Agenda Anticorruzione 2017” da parte di Trasparency International Italia, la più grande associazione che analizza il fenomeno della corruzione nel nostro Paese, le leggi anticorruzione e le pratiche anticorruzione non solo nel settore pubblico e privato, ma anche nella società civile, al fine di valutare le capacità dell’Italia di far fronte a tale tipologia di reato.

Dall’analisi condotta dall’Associazione è risultato che l’apparato normativo è buono, ma l’applicazione delle norme è insufficiente.

Il quadro della lotta alla corruzione in Italia è infatti diviso in due: da una parte un apparato normativo che con 62 punti su 100 risulta sufficiente, ma dall’altra, l’applicazione pratica e la capacità sanzionatoria e repressiva delle istituzioni raggiunge il punteggio di soli 45/100.

Dall’inizio dell’anno sono emersi dai media 566 casi: di cui 439 sono riferiti a indagini, 76 a condanne, 10 a intervenute prescrizioni, 27 ad assoluzioni e 8 a patteggiamenti.

Il Presidente dell’Anac Raffaele Cantone ha sottolineato l’importanza e la necessità di un intervento, che si auspica possa avvenire in questa legislatura, attraverso il testo di legge ad oggi alla Camera, oltre che alla condivisione di comportamenti di massima trasparenza sui finanziamenti in campagna elettorale. «Le fondazioni politiche – ha detto – non possono fare a meno di fondi, ma serve trasparenza».

In questo quadro rilevano due importanti lacune nella normativa italiana: l’una riguardante la mancanza di tutele per chi segnala casi di corruzione – cosiddetti whistleblower – e l’altra l’assenza di una regolamentazione delle attività di lobbying. «Iniziamo a riempire il vuoto legislativo sul whistleblowing e sul lobbying – ha osservato Virginio Carnevali, presidente di Transparency international Italia – e poi concentriamo sforzi e risorse per applicare più efficacemente le tante e buone leggi che abbiamo».

Diversamente e in modo migliore funzionano il sistema antiriciclaggio (75 punti su 100) e gli obblighi di trasparenza a livello contabile (89 punti su 100), grazie alla reintroduzione del reato di falso in bilancio.

Insufficiente risulta anche il quadro del settore privato (51/100), a causa soprattutto del gap tra le grandi aziende, più all’avanguardia sui temi della trasparenza e dell’integrità, e le piccole e medie imprese, ancora lontane dall’affrontare il fenomeno con strumenti adeguati.

Anche la società civile e i media, con un punteggio di 42/100, risultano avere un ruolo abbastanza marginale nel promuovere la lotta alla corruzione, non monitorando i soggetti più a rischio di corruzione. Ciò è avvalorato anche dai rari approfondimenti e dalle limitate campagne mediatiche sul tema che, per sua natura, avrebbe bisogno di essere affrontato da un punto di vista culturale.

Dunque, legislazione sul whistleblowing, regolamentazione del lobbying, rafforzamento dei presidi anticorruzione negli enti pubblici dotando di maggiori risorse a ciascun Responsabile per la Prevenzione della Corruzione, semplificazione delle leggi per evitare abusi e maggiori investimenti sull’educazione civica dei giovani, per formare una società più informata, consapevole e attiva, sono solo alcune delle priorità che Governo e Parlamento, attuali e futuri, dovrebbero seguire se realmente interessati a far fronte al problema persistente della corruzione.

In tema di corruzione e lotta alla corruzione Portale 231 e i suoi autori collaborano attivamente con Probitas nell’erogare alta formazione.

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