Compliance 231 (e non solo!): nuovo Codice degli Appalti pubblici e delle Concessioni tra conformità ed opportunità

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Il 19 Aprile 2016 è stato pubblicato ed è, contestualmente (!), entrato in vigore il D.lgs. 50/2016 “Attuazione delle direttive 2014/23/UE, 2014/24/UE e 2014/25/UE sull’aggiudicazione dei contratti di concessione, sugli appalti pubblici e sulle procedure d’appalto degli enti erogatori nei settori dell’acqua, dell’energia, dei trasporti e dei servizi postali, nonché per il riordino della disciplina vigente in materia di contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture”.

Un’occasione da non perdere, un’occasione per recepire le Direttive europee e provvedere ad un’ordinata transizione dalla vecchia alla nuova normativa, un’occasione per rilanciare l’economia italiana tutelando i principi di economicità, efficacia, tempestività, correttezza e libera concorrenza e, ancora, un’occasione per prevenire, ancor prima che combattere e reprimere, la corruzione proprio laddove maggiormente si annida.

Tra le novità di maggior rilievo si pensi a quelle in tema di: centralità della progettazione che viene ripartita su tre livelli di successivi approfondimenti tecnici il primo dei quali è il neo introdotto progetto di fattibilità tecnica ed economica;  centralizzazione delle committenze e qualificazione delle stazioni appaltanti nell’ottica di istituire delle amministrazioni aggiudicatrici sempre più professionali e competenti che vantino capacità di programmazione e progettazione (vedasi, ad esempio, struttura organizzativa, numero di gare svolte in precedenza con indicazione di tipologia, importo, complessità, numero di varianti,…), capacità di affidamento (vedasi, ad esempio, valutazione positiva dell’ANAC in ordine all’attuazione di misure di prevenzione dei rischi di corruzione e promozione della legalità, presenza di sistemi di gestione della qualità,…) e capacità di verifica sull’esecuzione e controllo dell’intera procedura; istituzione di un Albo nazionale obbligatorio dei componenti delle commissioni giudicatrici; previsione di un’articolata e riformata disciplina dei motivi di esclusione per gli operatori economici dalla partecipazione ad una procedura d’appalto; aggiudicazione degli appalti secondo il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa sulla base del miglior rapporto qualità/prezzo o sulla base dell’elemento prezzo o del costo e previsione di casi in cui il primo è, addirittura, obbligatorio e dei soli casi in cui è consentito l’utilizzo del c.d. minor prezzo; introduzione del c.d. rating di impresa; riferimenti, anche impliciti, ad un sistema di organizzazione, gestione e controllo ex D.lgs. 231/2001.

Oggi, dopo soli sette mesi dall’entrata in vigore, ogni bilancio rispetto al raggiungimento degli encomiabili obiettivi sopra sinteticamente esposti appare prematuro, non foss’altro che per il fitto reticolato di soft law, ancora in fieri, al quale il Decreto ha demandato la definizione di specifici ed importanti contenuti.

Intanto è nostro obiettivo analizzare la Riforma ponendo l’operatore economico (e non solo) nella condizione di coglierne le opportunità in termini di prevenzione del rischio da reato e, dunque, di Compliance (231 e non solo!).”

In un innegabile “gioco” di luci ed ombre, quella che prima facie si presenta come una congerie di novità in attesa di definizione, revisione e correzione e, comunque, assolutamente perfettibile in un’ottica di maggior fruibilità ed effettiva semplificazione, può rappresentare un passo avanti verso la cultura della prevenzione e della legalità.

In un momento in cui si desidera stabilità e certezza questa appare più come una sfida, tuttavia vale (forse) la pena di accettarla…

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Chiara Morresi

Chiara Morresi

Chiara Morresi, avvocato del Foro di Macerata, consulente in tema di Governance, Risk Management e Compliance, con una spiccata propensione all’interdisciplinarietà. Cura la progettazione, l’implementazione e l’aggiornamento di sistemi di controllo interno in materia di Responsabilità Amministrativa degli Enti, Anticorruzione e Protezione dei dati personali (GDPR). È Professional presso PK Consulting S.r.l. e presso Probitas S.r.l. ed autrice di articoli a commento delle novità introdotte in materia di prevenzione del rischio da reato.

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