Il Consiglio dei Ministri di novembre 2015 ha varato due iniziative in materia 231.
La prima riguarda un disegno di legge che prevede l’inserimento tra i reati presupposto del reato di “caporalato” (art. 603-bisc.p.) sanzionando il vantaggio conseguito dalle organizzazioni derivante dallo sfruttamento della mano d’opera. Ad oggi lo sfruttamento dei lavoratori è considerato come circostanza aggravante dell’impiego di lavoratori irregolari ma non come specifico reato presupposto della responsabilità amministrativa derivante da reato.
La seconda riguarda l’approvazione preliminare di un decreto legislativo contenente norme per l’esecuzione all’estero delle decisioni definitive dell’autorità giudiziaria o amministrativa, che applicano sanzioni pecuniarie (quindi anche le sanzioni pecuniarie ex d.lg. 231/2001) a carico di persona fisica o persona giuridica.
Il decreto recepisce uno strumento di cooperazione giudiziaria per consentire che le sanzioni pecuniarie adottate in uno Stato membro possano, a determinate condizioni, trovare riconoscimento in un altro Stato membro ed essere, per taluni effetti, equiparate alle decisioni adottate nel medesimo Stato di esecuzione.