Reati fiscali e d lgs 231 01: cosa cambia per le società?

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In caso di reati fiscali rilevanti ai fini d lgs 231 01, quali sono le responsabilità di società e persone giuridiche?
Telefisco 2021 ci ha sollecitati ad approfondire questa tematica.

Fino a dicembre 2019 in caso di commissione di reato fiscale per l’Ente si configurava solo una sanzione ammnistrativa/fiscale mentre per la persona fisica autore della violazione già si parlava di penale; da questa data in poi, invece, a fronte della medesima condotta possiamo addirittura avere quattro diverse sanzioni: amministrativa e penale per la persona fisica che ha materialmente commesso il fatto (tendenzialmente l’amministratore, ma non sempre e non solo), amministrativa-tributaria e amministrativa-penale per la società che ne ha tratto concretamente vantaggio.

Come avviene la segnalazione dell’azienda?

Quando la Guardia di Finanza indaga per commissione di reati riconducibili alla responsabilità ‘231’, avvisa la Procura circa la responsabilità dell’Ente per cui lavora la persona fisica oggetto dell’indagine inziale.

La segnalazione non si trasforma in un’automatica sanzione per l’azienda, ma dà inizio ad un processo di verifica delle azioni messe in atto per prevenire la commissione del reato o dei reati. In virtù del concetto di ‘pluralità di presupposti’ andrà accertata la reale presenza di un vantaggio o di un interesse per le società, l’idoneità esimente del MOG231 oppure l’assenza di un Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo e l’eventuale dissociazione di azioni tra la persona e il soggetto giuridico.

Il modello 231: una tutela preventiva per la società

Indagini di questo tipo sono molto lunghe e la difesa da queste accuse è spesso decisamente onerosa per l’azienda, non solo in termini economici, ma anche in considerazione di tempo e risorse dedicate, nonché di reputazione. Adottare un Modello231, costruirlo in modo che risulti adeguato a prevenire i reati fiscali, vuol dire mettere in atto misure di controllo stringenti che tuttavia, in caso di indagini, supportano la prova dell’intenzione dell’Ente di prevenire la commissione dei suddetti reati. L’implementazione del Modello 231 potrebbe, quindi, rappresentare un efficace presidio di tutela preventiva delle società e delle sue figure apicali, configurando uno strumento idoneo a «smontare» le contestazioni dell’amministrazione, sia in sede tributaria che in ambito penale, che risultassero basate sulla presunzione che il soggetto accertato «non poteva non sapere» di essere partecipe di un meccanismo fraudolento e dunque di non essere in buona fede.

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Michela Cignolini

Michela Cignolini

Michela Cignolini, dottore commercialista, è iscritta all’Albo dei Dottori Commercialisti di Udine a al Registro dei Revisori Contabili nonché all’Albo dei Consulenti Tecnici del Giudice del Tribunale di Udine. Ricopre incarichi nell’ambito di Collegi Sindacali e Organismi di Vigilanza ex D.Lgs. n. 231/200. È membro dell’associazione “Il Trust in Italia” e dell’associazione “Nedcommunity”; inoltre è componente del Consiglio Direttivo dell’Associazione dei Dottori Commercialisti e degli esperti Contabili delle Tre Venezie ed è certificata in qualità di Esperto e Componente dell’Organismo di Vigilanza ai sensi del Modello Organizzativo D.L.gs. 231/2001.

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