Lo sviluppo sostenibile nel tempo per le aziende

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Sport, finanza e sesso sono i temi tra i più ricercati sul web ma oggi rischiano di essere raggiunti e forse soppiantati da “sostenibilità”. Tutte le aziende, le istituzioni e le diverse organizzazioni hanno posto al centro della loro strategia ovvero degli orientamenti economici, il tema dello sviluppo sostenibile.

Ciascuno di questi soggetti declina lo sviluppo sostenibile in maniera diversa e, talvolta, anche opportunistica. Che cos’è la sostenibilità? Tale concetto risulta astratto se non viene meglio articolato. Più appropriato sarebbe parlare di “sviluppo sostenibile nel tempo” ovvero la capacità di soddisfare esigenze, crescenti e diverse, della generazione attuale, senza intaccare la possibilità delle generazioni future di soddisfare a loro volta le loro necessità.

Lo sviluppo sostenibile nel tempo presuppone quindi sia la volontà di far crescere il benessere delle persone, articolato in tutte le sue componenti, sia di farlo salvaguardando chi ci seguirà, e a cui dovremmo lasciare un mondo migliore. È chiaro quindi che l’orizzonte che va traguardato è di medio lungo termine e ciò spesso si contrappone ad una visione di breve, comune a molti politici e manager o sedicenti tali. La buona notizia è che si può fare!

La sostenibilità ambientale, sociale e economica

Lo sviluppo sostenibile è una condizione di evoluzione dei sistemi antropici, che si articola su tre dimensioni interdipendenti: la sostenibilità economica, sociale e ambientale.

La sostenibilità economica mira a far crescere la ricchezza prodotta e ciò rappresenta il presupposto fondamentale per rafforzare la ricerca e il benessere delle persone. Senza voler entrare nella valutazione dei sistemi economici, è sufficiente pensare come, nella storia, le civiltà più ricche abbiano permesso condizioni di vita migliori. Le imprese devono misurare la ricchezza prodotta e mantenere in equilibrio gli investimenti quanto i profitti di breve.

La sostenibilità sociale attiene al benessere delle persone e delle società in cui vivono. Lo sviluppo deve quindi essere ricercato con la finalità di migliorare le condizioni di vita dei singoli quanto della collettività. Anche in questo caso la storia ci viene in aiuto dimostrandoci che le civiltà che hanno attuato politiche inclusive hanno ottenuto risultati positivi di lungo termine mentre, chi non l’ha fatto, ha sicuramente guadagnato di più nel breve termine ma ha poi dovuto subire tensioni e rivoluzioni che hanno portato a conseguenze negative. Le aziende possono rafforzarsi decisamente sfruttando le differenze e le diversità e attuando politiche inclusive per allargare la propria visione, rafforzare i propri prodotti e penetrare o allargare i mercati.

La sostenibilità ambientale riguarda l’utilizzo equilibrato e responsabile delle risorse disponibili e la riduzione degli impatti ambientali che portano a esternalità negative anche nel lungo termine. In questo la storia insegnerà alle generazioni future, e probabilmente anche a quella presente, che subiranno stravolgimenti che, allo stato, sono davvero difficili da prevedere. Anche rispetto alla sostenibilità ambientale le imprese, e più in generale i sistemi economici, hanno la possibilità (o forse dovremmo dire il dovere) di dare un fattivo contributo attuando le migliori prassi internazionali per definire e attuare politiche di utilizzo intelligente, monitorato e consapevole delle risorse a disposizione.

Si può fare, quindi. È possibile assicurare lo sviluppo sostenibile nel tempo dei sistemi economici, delle imprese e delle persone. Si può farlo trasformando gli slogan e i buoni propositi – o, talvolta, la mera comunicazione – in fatti e in azioni concrete. Le tre dimensioni di cui parliamo devono essere prese in considerazione in modo reciprocamente congiunto. Ciascuna delle tre dimensioni deve essere analizzata comprendendo che influenzerà le altre due, e lo sarà a sua volta. Un approccio olistico e multivariato attuato dalle imprese che potranno attingere dalle scienze economiche, sociali ed ambientali per ottenere un contributo metodologico e che impiegheranno risorse e creatività per vincere la sfida dello sviluppo sostenibile nel tempo.

Una politica di sostenibilità è perseguibile

Perseguire una politica di sostenibilità, relativa alle tre dimensioni così così come le abbiamo definite, comporterà di ridisegnare quindi la visione aziendale ma anche di misurare la capacità di raggiungere gli obiettivi di diretta derivazione della strategia stessa. Un’affermazione, almeno apparentemente, banale. Eppure, quante aziende hanno rivisto profondamente la loro strategia, l’hanno declinata in obiettivi sfidanti e misurabili, hanno costruito sistemi di misurazione delle performance e li hanno impiegati per reindirizzare il proprio operato? Quante aziende dispongono di un effettivo controllo di gestione sulla sostenibilità ambientale, sociale e economica?

Oltre alla visione sarà necessario riorientare e rafforzare le competenze a tutti i livelli aziendali. La conoscenza servirà per creare un linguaggio comune e quella cultura della sostenibilità che supporterà i nuovi approcci strategici. Non si tratterà solo di saper fare bensì di saper ripensare i paradigmi aziendali e ciò comporterà un significativo investimento i cui ritorni saranno rilevanti nel breve quanto nel lungo periodo.

Sarà poi necessario rafforzare, e molto più spesso attuare delle politiche di trasparenza, in quanto il mercato è sempre meno propenso ad accettare delle dichiarazioni aziendali non verificate o difficilmente verificabili. In questo ci verranno in soccorso i sistemi di certificazione e di rating (non basati su autovalutazioni) e svolgerà un ruolo fondamentale la blockchain che permetterà, per sua stessa natura, di documentare incontrovertibilmente il reale utilizzo responsabile delle risorse economiche, sociali ed ambientali. La trasparenza contrasterà fortemente l’odioso fenomeno del greenwashing e impedirà alle aziende di raccontare azioni di facciata che non trovino riscontri sostanziali nella realtà.

Le aziende perseguiranno sempre più politiche di sviluppo sostenibile nel tempo e incontreranno molte difficoltà nell’affrontare tale cambiamento epocale; pertanto, l’applicazione di una metodologia strutturata potrà fornire un valido e fattivo apporto alle imprese. È per questo motivo che è stata sviluppata LeanSustainability®, che presto avremo occasione di presentare in modo più articolato.

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Roberto Maggi

Roberto Maggi

Roberto Maggi, partner di PK Consulting, società di consulenza manageriale specializzata in gestione della compliance, e di Probitas Srl, Academy per formazione qualificante in tema di 231, risk e compliance. Esperto in LeanCompliance®, metodologia proprietaria che ha permesso alle aziende che l’hanno applicata di migliorare il livello di conformità alle normative cogenti e volontarie, rendendo i processi più snelli ed efficienti, Roberto ha un’ampia e pluridecennale competenza consulenziale in aziende di diverse dimensioni e molteplici settori merceologici ed è inoltre membro di diversi organismi di vigilanza (OdV) nonché auditor qualificato. Laureato in Economia e Commercio, ha successivamente conseguito l’MBA presso l’Università Bocconi di Miano.

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