Direttiva NIS2 e D.Lgs. 138/2024: come costruire una cybersecurity resiliente e conforme

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Con l’entrata in vigore del D.Lgs. 138/2024, che recepisce la Direttiva NIS2 nell’ordinamento italiano, cambia radicalmente il paradigma della sicurezza informatica per le imprese. Non si tratta più di una semplice best practice, ma di un obbligo giuridico con risvolti operativi, strategici e reputazionali. Le organizzazioni che operano nei settori considerati critici o essenziali (energia, trasporti, sanità, finanza, servizi digitali, ecc.) devono dotarsi di un sistema di gestione della sicurezza informatica conforme, strutturato e documentabile.

Compliance normativa e posture di sicurezza: due lati della stessa medaglia

La NIS2 impone requisiti di sicurezza più ampi e dettagliati rispetto alla precedente direttiva (NIS1). Il focus si sposta su un approccio sistemico alla gestione del rischio cyber, che richiede:

  • politiche di sicurezza aggiornate e basate sull’analisi dei rischi (Risk-Based Approach),
  • misure tecniche e organizzative adeguate (in linea con standard come ISO/IEC 27001 e NIST SP 800-53),
  • gestione degli asset digitali e protezione della supply chain,
  • capacità di risposta e recupero dagli incidenti (Incident Response & Recovery),
  • auditing continuo e consapevolezza del personale (Cyber Awareness & Training).

Non è sufficiente “fare sicurezza”: serve dimostrare di farla bene, in modo sistematico e misurabile.

Notifica degli incidenti: tempistiche serrate, reattività obbligatoria

Uno degli aspetti più critici introdotti dalla NIS2 riguarda le tempistiche di notifica degli incidenti.

La direttiva impone una gestione articolata su quattro fasi temporali:

  1. Avviso iniziale: entro 24 ore, se l’incidente è sospettato di derivare da attività illecite o ha impatti transfrontalieri.
  2. Notifica completa: entro 72 ore, con una prima analisi tecnica e operativa.
  3. Rapporto intermedio: aggiornamento opzionale richiesto dall’autorità competente.
  4. Rapporto finale: entro un mese, comprensivo delle cause radice, impatti, e misure correttive adottate.

Questo implica la necessità di disporre di un SOC (Security Operations Center) interno o esternalizzato, capace di garantire un monitoring H24, incident classification, triage, e gestione del ciclo di vita dell’incidente con tool come SIEM (es. Splunk, QRadar) e piattaforme SOAR.

Strumenti e pratiche per la conformità: checklist operativa

Per allinearsi alla NIS2, le aziende devono adottare un approccio strutturato che integri governance, tecnologie e cultura aziendale. Tra gli strumenti indispensabili:

  • Mappatura degli obblighi normativi e dei rischi associati (anche in logica di accountability, come nel GDPR).
  • Esecuzione di Cyber Risk Assessment regolari e revisioni periodiche della superficie d’attacco.
  • Implementazione di misure di hardening e controllo degli accessi (es. MFA, PAM, NAC).
  • Policy e procedure documentate in materia di business continuity, data breach, backup e recovery.
  • Esercitazioni di crisi cyber e simulazioni tabletop per testare la reattività delle funzioni coinvolte.

Verso una nuova cultura della sicurezza

La Direttiva NIS2 va ben oltre il semplice adempimento burocratico: è un’occasione concreta per rafforzare la cyber resilience e proteggere gli asset critici in un contesto sempre più interconnesso e ostile. La cybersecurity non è più solo un tema IT, ma una priorità strategica di governance e sostenibilità. In questo contesto, il ruolo della formazione è cruciale: ogni dipendente deve diventare parte attiva del sistema difensivo, attraverso programmi di Security Awareness mirati e aggiornati.

La transizione da un approccio reattivo a uno proattivo e integrato alla sicurezza richiede investimenti, governance solida e consapevolezza diffusa.

La NIS2 rappresenta una sfida ambiziosa, ma anche un potente driver di maturità organizzativa.

Le imprese che sapranno cogliere questa opportunità potranno non solo evitare sanzioni, ma anche rafforzare la propria reputazione, competitività e capacità di affrontare le minacce digitali del futuro.

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Mirko La Porta

Mirko La Porta

Mirko La Porta, laureato in Giurisprudenza presso l’Università Bocconi con tesi su “RegTech e obblighi di compliance”, è Consultant presso PK Consulting dove si occupa di conformità legislativa, 231 e sistemi di gestione

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